SPALLA

Chirurgia protesica della spalla 

La moderna chirurgia ortopedica è in grado di curare efficacemente le malattie degenerative delle articolazioni, essenzialmente l'artrosi primitiva, ossia il fisiologico invecchiamento e degrado delle articolazioni corporee.  Grazie alle ultime evoluzioni delle tecniche e dei materiali, frutto di importanti studi ed applicazioni bio-ingegneristiche,  ad oggi l'impianto di una protesi articolare consente di ottenere un risultato duraturo negli anni, ed è in grado di togliere il dolore e di restituire mobilità e funzionalità normali e, in una persona efficiente e giovane, fornisce la possibilità di praticare anche alcune attività sportive.
La chirurgia protesica della spalla consiste  nella sostituzione dell’articolazione scapolo-omerale (gleno-omerale)  con un impianto artificiale, chiamato protesi, quando la spalla stessa è irrimediabilmente degradata da pregresse patologie. L' intervento consiste nella sostituzione della testa omerale e della glenoide scapolare con componenti protesiche in titanio, che riproducono l’anatomia e soprattutto ripristinano la funzione articolare scapolo-omerale. L’impianto di queste protesi - oggi sempre più affidabili -  viene eseguito nei casi di artrosi o di artrite reumatoide della spalla. L’artrosi di spalla, a parte le forme cosiddette idiopatiche  -cioè con patogenesi ignota - è dovuta agli esiti di traumi (fratture di omero o della glenoide scapolare), oppure agli esiti di rottura completa ed inveterata dei tendini della cuffia dei rotatori. In quest’ultima patologia, si ricorre alla protesi totale inversa della spalla, che è un vero gioiello di bio-tecnologia sanitaria, in quanto consente l’articolarità della spalla nonostante la distruzione della cuffia dei rotatori. In questi casi il movimento avviene grazie al muscolo deltoide. Attualmente, il Dr. Facchinetti esegue mediamente 40 protesi di spalla ogni anno.

Importante spiegare che la chirurgia protesica della spalla è una chirurgia sviluppata con un assai elevato coefficiente di difficoltà e, essendo una procedura "di salvataggio" di una articolazione così complessa, riconosce indicazioni assai restrittive. Infatti va valutata e scelta sempre in rapporto all'età ed alla gravità della deformità scheletrica,  primitiva o acquisita. La scelta della protesi (diretta o inversa) viene fatta dal chirurgo che interpreta nel modo più corretto i parametri da cui emergono le indicazioni per l'utilizzo di un tipo di protesi piuttosto che dell'altro (sesso, età, necessità di performance lavorative, presenza o assenza di lesioni croniche ed irreparabili della cuffia dei rotatori, ecc).
L' indicazione chirurgica viene generalmente effettuata solo dopo aver eseguito una terapia conservativa di tipo fisioterapico, per mantenere la funzionalità dell'articolazione più a lungo nel tempo.
La protesizzazione della spalla è dunque ai nostri giorni una procedura affidabile, con risultati favorevoli nel tempo.
L'intervento viene eseguito mediante unica via di accesso anteriore e laterale, tra il muscolo deltoide ed il pettorale pettorale. La durata media dell' intervento è di 90 minuti. A seconda dell’età e delle condizioni generali del paziente, la ripresa del movimento attivo del braccio è di due o tre giorni.
Dopo l'intervento la degenza media presso il reparto è di 5-6 giorni. Il paziente viene in seguito indirizzato al reparto di riabilitazione per proseguire il trattamento rieducativo.
Il Chirurgo ortopedico, l'anestesista, l'infermiere, il fisiatra ed il fisioterapista devono lavorare in stretta collaborazione per ottenere il miglior risultato clinico funzionale per il paziente. La specializzazione di ciascuno offre le migliori garanzie per il successo e la durata dell'impianto protesico.

 

 

INFORMAZIONI DI CARATTERE TECNICO PER IL PAZIENTE

Prima dell’intervento

Il paziente viene ricoverato solitamente il giorno prima dell’intervento. Il giorno dell’ammissione in ospedale verranno effettuati gli esami pre-operatori non ancora effettuati in precedenza (per es. radiografia torace, prelievo sangue, elettrocardiogramma,… a dipendenza del paziente), la visita del medico del reparto e/o del chirurgo e del medico del team responsabile dell’anestesia. In questa occasione è ancora tempo di fare domande ai medici su aspetti ancora poco chiari perché il paziente deve dare il suo consenso all’intervento confermando che è al corrente dei benefici e rischi della procedura proposta. Questo foglio informativo vi aiuta a ricevere le dovute informazioni.

Il giorno dell’operazione il paziente si prepara all’intervento assistito dall’infermiere. Il paziente indossa un camice e cuffia. I gioielli, occhiali, lenti a contatto, protesi dentarie saranno tolti. Il paziente viene portato in sala operatoria circa una mezz’ora prima dell’intervento.

L’operazione è eseguita nella quasi totalità  dei casi in anestesia generale. L’anestesista illustrerà e motiverà il metodo di anestesia prescelto durante il colloquio preoperatorio. Sempre più spesso vengono associati diversi tipi di anestesia in modo da assicurare una analgesia post-operatoria continua . Una buona analgesia post-operatoria permette una rieducazione precoce e indolente. Spetta comunque all’anestesista di decidere e scegliere il metodo più idoneo a secondo del paziente.

Il paziente non deve assolutamente ne mangiare ne bere 6 ore prima dell’intervento.

Prima dell’operazione, l’operabilità del paziente viene valutata tramite l’esame clinico, esame di laboratorio e la valutazione dell’anestesista o di altri specialisti secondo il caso ( per es. cardiologo, internista,…). A volte si può rinunciare di eseguire l’intervento se i medici considerano che un paziente in cattive condizione di saluta abbia troppe possibilità di sviluppare una complicazione grave.

In relazione alle casitiche ad oggi in possesso (considerando che questa suoluzione chiurugica è di assai recente introduzione) dopo 10 anni più del 95 % delle protesi sono ancora in grado di funzionare bene. Raramente può essere necessario eseguire un intervento di revisione o sostituzione della protesi in caso di usura precoce o scollamento . Approfittate della proposta del vostro chirurgo di eseguire regolarmente dei controlli clinici e radiologici anche dopo alcuni anni. Grazie alla sua esperienza il medico che l’ha operato è in grado di riconoscere precocemente eventuali complicazioni.

I vari controlli post-operatori con radiografie sono eseguiti dopo 1, 3, 6 mesi 1, 2, 5, 10 anni

L’intervento

L’intervento di protesi totale di spalla dura circa un' ora e mezza. L’incisione cutanea è lunga circa 10  cm nella parte laterale-alta della spalla interessata.

La ferita è chiusa con dei punti metallici definiti clips o graffe.  Alla fine dell' operazione  è inserito un tubicino  per il drenaggio del sanguinamento. Quasi mai è necessario trasfondere il paziente.

Dopo l’intervento

L’analgesia ossia il controllo dei dolori in fase post-operatoria è importante per il benessere del paziente. Perciò vengono amministrati farmaci per via endovenosa (flebo)

Il secondo giorno dopo l’intervento inizia la fisioterapia. Il paziente dopo essere stato medicato ed aver rimosso il drenaggio endo-articolare, viene affidato al fisioterapista che comincerà quindi il programma di precoce riabilitazione motoria, stimolando la spalla operata  a muoversi autonomamente.

La durata della degenza dipende innanzitutto delle condizioni di aiuto che il paziente trova al proprio domicilio. Il ricovero dura da 4 a 6 giorni. Dopo il ricovero il paziente dovrà continuare la fisioterapia presso una clinica di riabilitazione o domiciliarmente assistito da personale competente e preparato.

Dopo il ricovero

Una volta ritornato a casa è raccomandato che il paziente continui ad eseguire gli esercizi insegnati dal fisioterapista. Il paziente non deve tentare a guidare la macchina fin quando non è stato espresso parere spacialistico favorevole.

La ripresa dell’attività lavorativa è possibile dopo circa 4 settimane (lavori d’ufficio) fino 3 mesi (lavori pesanti). Il rendimento completo è ottenuto non prima di 6 mesi dopo l’intervento.

Quali sono I rischi potenziali dell’operazione ?

L’intervento di protesi della spalla porta nella maggior parte dei casi grandi benefici al paziente. Però come qualsiasi atto chirurgico possono insorgere delle complicazioni. Il paziente deve essere informato sulle possibili complicazioni prima di dare il suo consenso.

Raramente dopo un’intervento di protesi di spalla  si possono osservare le seguenti complicazioni o problemi non desiderati:

  • Ematoma post-operatorio dovuto ad un sanguinamento più importante del solito o del previsto. Per evitare che un ematoma rimanga nell’articolazione viene inserito il drenaggio aspirativo sotto la ferita e all’interno della spalla . Questo drenaggo viene lasciato 24-48 ore.
  • Infezione: La ferita o l’articolazione possono infettarsi e necessitare un nuovo intervento di pulizia. Antibiotici vengono amministrati durante l’intervento per prevenzione.
  • Una lesione di nervi o vasi durante l’intervento è un evento molto raro ma sempre possibile.
  • A volte si può osservare una lussazione dell' impianto protesico, se il paziente con aderisce bene ai consigli del riabilitatore e non adotta le idonee cautele nell' evitare i  movimenti più rischiosi , soprattutto nei primi giorni dopo l' intervento .
  • Durante le prime settimane dopo l’intervento è assai raro , ma possibile osservare l' insorgenza di trombosi venosa profonda che può anche portare ad un embolia polmonare. Per diminuire il rischio di trombosi venosa, anche in questo tipo di chirurgia interessante l' arto superiore, nel nostro istituto si esegue una iniezione quotidiana di un farmaco eparinico a basso peso molecolare per rendere più fluido  il sangue.